Caposella nasce quando Elisa Petrucci unisce, neanche trentenne, due porzioni delle proprietà appartenenti da generazioni a diversi rami della sua famiglia materna, storicamente radicata in numerosi territori della provincia salentina e sempre con predominante vocazione agraria.
Quando nel 1996 Elisa inizia ad occuparsi dell’oliveto di Ugento nessuno ancora scommette sull’olio pugliese di qualità, tantomeno sui monovarietali da cultivar autoctone.
Nel novembre del 2000 imbottiglia per gli amici duecento litri di olio, la prima Ogliarola in purezza.
Subito le sollecitazioni ed i riconoscimenti dalla stampa specializzata più lungimirante confermano che quella è la strada da percorrere.
Nel 2011 con Luigi il progetto più difficile: il restauro della Masseria Caposella, da decenni in stato di abbandono.
Finalmente, nel luglio 2013, Caposella riapre, destinata ora all’ospitalità ed all’accoglienza.
Intanto il paesaggio salentino cambia volto.
Lentamente e inesorabilmente gli immensi uliveti che lo caratterizzano vanno via via scomparendo. I maestosi giganti millenari, apparentemente destinati a esistere in eterno, si devono piegare ed arrendere di fronte al temuto batterio Xylella Fastidiosa.
A Caposella oggi si sta lavorando, insieme ad agronomi, architetti, artisti e paesaggisti, ad un progetto, forse il primo già avviato, entusiasmante. La rigenerazione del paesaggio agrario con le poche essenze mediterranee ancora consentite.
La vite, il fico, la sughera, il corbezzolo, un piccolo orto, il melograno e, perché no, una piccola superficie a olivo con l’unica varietà dimostratasi resistente, la favolosa. Non abbiamo molto altro. Una sfida che richiederà tempo, pazienza, competenza e caparbietà.
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